martedì 30 settembre 2008

Monastero di San Nicola di Casole

rudere del monastero di san nicola di casole - Otranto

Origini

L'Abbazia di San Nicola di Casole viene fondata sul finire dell'XI secolo D. C. per volere del crociato Boemondo I, figlio di Roberto il Guiscardo, condottiero Normanno.

Boemondo donò il Casale di Casole ad un gruppo di Basiliani guidati da Giuseppe, che poi fu il primo Abate del monastero.

Il Nettario

L'Abate più importante di Casole è Nettario, lo stesso che fondò la scuola poetica, il cui nome di battesimo era Nicola, e che rivestì tale ruolo dal 1219 al 1235.

Esso fu protagonista di diverse missioni diplomatiche: nel 1205 e nel 1214 per conto di Papa Innocenzo III quale interprete ai cardinali che andavano a discutere a Costantinopoli sui rapporti tra Greci e Latini; nel 1223-1224, per conto di Federico II in Oriente, e nel 1232 a Roma, dal Papa, per discutere sulla validità del battesimo delle genti battezzate con il rito greco.

Nettario, gran conoscitore del greco e del latino, creò la biblioteca di Casole con le migliaia di volumi greci e latini che raccolse nei suoi viaggi in Oriente.

La scuola letteraria di Casole

rudere del monastero di san nicola di casole - Otranto

Qui, tra gli scogli più ad est d'Italia, nascono alcuni tra i primi componimenti in poesia della letteratura nazionale.

Nella Terra d'Otranto, nell'Età oscura, la lingua greca, quella parlata oltremare, nelle terre di Bisanzio, è la lingua con la quale si esprime la maggior parte della popolazione e con la quale si esprime pure la comunità italo-greca dei monaci basiliani che ha dato vita all'abbazia di Casole.

E che pertanto in lingua greca e' pure la loro produzione letteraria, quella produzione, appunto, che si puo' con giusto merito, asseriscono oggi gli studiosi, inserire nel contesto degli albori della letteratura italiana.

Dunque monaci basiliani italo-greci dettero vita nella Puglia meridionale a componimenti poetici, in lingua greca, che per i contenuti ed il respiro sono invece identici ai primi segnali di quella letteratura volgare che divenne, solo pochi decenni piu' tardi, con Dante Alighieri, nel suo massimo splendore, la letteratura italiana.

Attorno al cenobio di San Nicola di Casole fiori' dunque un gruppo di poeti in lingua greca abbastanza compatto, una specie di circolo poetico che si riconosceva nella guida di un abate, tale Nettario, proprio nello stesso giro di anni in cui si imponeva a Palermo la Scuola poetica siciliana in volgare.

Si tratta di quattro poeti salentini che con i loro scritti, sintesi di produzione sacra e profana, vengono unanimemente indicati oggi come portatori dell'Umanesimo italo-bizantino in Terra d'Otranto, una nuova corrente letteraria che si inserisce nel contesto culturale nazionale.

Enorme è la valenza della loro produzione nel contesto storico e culturale in cui operarono. Perché poetarono in greco ma erano partecipi di un'attività che pur nelle sue diversità linguistiche, il greco ed il volgare, rappresentava un'unita' culturale appena nata e che già spiccava il volo verso lidi successivamente noti.

Dei quattro poeti che formano il sodalizio due sono religiosi e due laici. Tra loro non vi furono rapporti sistematici, veri e propri contatti regolari. Solo reciproco rispetto ed intesa amichevole. Anche perché li divide per alcuni una generazione.

Il fondatore di questa sorta di circolo poetico è l'abate NETTARIO la cui opera fu proesguita da GIOVANNI GRASSO, protonotario e maestro imperiale. Figlio di Giovanni Grasso e' l'altro poeta, NICOLA d'OTRANTO. Infine GIORGIO di GALliPOli il rappresentante piu' importante della scuola poetica greca nel Salento bizantino.

E stato affermato che l'abbazia idruntina, soprattutto nel suo momento magico, il tredicesimo secolo, ha svolto la funzione di officina di istruzione così a lungo da gettare le basi di un discorso nei termini di un vero e proprio Umanesimo greco in Terra d'Otranto, una scuola in cui le lettere greche erano al centro di ogni programma di studio e di insegnamento, in un clima di riconoscimento pieno dei valori universali ed eterni della civiltà greca classica.

*** Fonte: Otranto Point ***

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