martedì 30 settembre 2008

Il Mosaico della Cattedrale

All'interno della Cattedrale dell'Annunziata, denominazione con la quale viene identificata Cattedrale di Otranto, posizionata sulla linea in cui il sole lega l'est con l'ovest si dipana un maestoso mosaico pavimentale incellato dal monaco Pantaleone, proveniente dal vicino monastero di San Nicola di Casole, nel XII secolo D.C. espressione della cultura latina che i Normanni introducono in Otranto ma ancora profondamente legata all’Oriente.

Prima di analizzare il mosaico è importante contestualizzarlo. Otranto, infatti, in quest'epoca ma non soltanto, risulta una linea di ponte posta tra di due grandi poteri dell'epoca ovvero l'Impero Bizantino e il Papato di Roma.

Su di esso sono stati condotti ricerche da numerosi studiosi tra i quali citiamo Gianfreda , Willemsen e Settis-Frugoni.

Il pavimento musivo che copre circa 600 metri quadri di superficie, fu commissionato dal primo arcivescovo latino della città, Gionata, e fu eseguito da un monaco greco proveniente dal vicino monastero di San Nicola di Casole, Pantaleone che vi si adoperò per due anni.

Il mosaico risulta una mirabile sintesi di diverse culture quali quella pagana (attraverso i segni zodiacali), quella cristiana (con le scene bibliche), quella occidentale (attraverso le figure di cicli cavallereschi come Re Artù, Carlo Magno), ed infiine quella orientale.

Sono presenti tre iscrizioni:
- una risulta posta ai piedi dell'altare maggiore e recita: "Anno ab Incarnatione Domini Nostri Iesu Christi MCLXIII Indictione XI Regnante Feliciter Domino Nostro Willelmo Rege Magnifico et Triumphatore Humilis Servus Christi Jonatas";
- una seconda è posta a metà della navata centrale e recita: "Anno ab Incarnatione Domini Nostri Iesu Christi MCLXV Inditione XIII Regnante Domino Nostro Willelmo Rege Magnifico Humilis Servus Iesu Christi Jonatas Idruntinus Archiepiscopus iussit hoc opus fieri per manus Pantaleonis Presbiteri";
- infin l'ultima è posta all'ingresso della Cattedrale e porta la seguente iscrizione: "Ex Jonathas Donis per dexteram Pantaleonis hoc opus insigne est superans impendia digne".

Il mosaico, il cui tema dominante è l'Albero della Vita, si sviluppa altissimo sulla navata centrale dall'ingresso al presbitero, e si ripete in forma più ridotta, nelle navate del transetto.

'visione

Autentico poema in tre cantiche:

1. Dio nel mondo nella navata centrale,

2. Dio redime il mondo nella navata destra,

3. Dio giudica il mondo nella navata sinistra,

il Mosaico racconta la storia dell'uomo, da Adamo ed Eva al 1165, senza discriminazione di colore di pelle, di credi politici e religiosi.

Modellato sulla storia della salvezza il Tessellatum è come una monografia illustrata del mondo di allora, vale a dire, l'Eurasia, dal Baltico alle sponde mediterranee dell'Africa e dell'Asia, dagli Urali all'Atlantico, una storia raccontata con linguaggio allegorico-simbolico, con figure bibliche, storiche, patristiche, mitologiche, zoomorfe e fitomorfe.

Autentico poema in tre cantiche: Creazione, Redenzione e Resurrezione, il "Mosaico" di Otranto è unico per i suoi contenuti.

Paantaleone sviluppa col suo mosaico un arte suggestiva fatta di figure stilizzate, grottesche nello sguardo sbarrato, nei movimenti del corpo disarticolati, concitati.

Alcuni studiosi tra i quali Gianfreda parlano di sorprendenti analogie tra il mosaico e la Divina Commedia dantesca.

*** Fonte: Otranto Point ***

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