sabato 21 marzo 2009

Chi non ricorda la vicenda di "Punta Perotti" a Bari?


Forse in molti ricordano la vicenda "Punta Perotti" a Bari.
Avevo sempre immaginato che alla fine dei lunghi contenziosi e dopo l'abbattimento del grande complesso edilizio edificato a Bari a 300 metri dal mare qualcuno avrebbe dovuto pagarne le conseguenze.
Ma la cosa che più mi fa incavolare è che a pagare non sono quegli amministratori che hanno concesso tutte le autorizzazioni possibili e immaginabili ma il Governo Italiano e cioè NOI! Sempre NOI! 
Infatti la Corte Europea dei diritti dell'uomo il 20 gennaio u.s. si è espressa sulla confisca dei terreni di Punta Perotti a Bari ed ha condannato l'Italia a risarcire i costruttori di Punta Perotti, poichè, la confisca dei terreni su cui sorgeva il complesso edilizio abbattuto nel 2006, ha violato la Convenzione europea per i diritti dell'uomo e il diritto di proprietà.
Punta Perotti, fu considerato uno degli ecomostri d'Italia.
Un grande complesso edilizio era stato costruito sul litorale barese nel 1995, dai gruppi imprenditoriali Andidero, Matarrese e Quistelli, a soli 300 metri dal mare. 
Per questo, nel 1997, il gip di Bari ne ordinò il sequestro. Ebbe così inizio una lunga battaglia giudiziaria tra il Comune del capoluogo pugliese e le società costruttrici (Sud Fondi, Iema e Mabar), nella quale una tappa fondamentale è rappresentata dalla decisione della Corte di Cassazione, che nel 2001, nonostante gli imputati fossero stati assolti, avendo edificato dopo avere ricevuto tutte le necessarie autorizzazioni, dispose la confisca dei terreni e degli immobili, attribuendoli al Comune di Bari.
La Corte Europea, alla quale hanno fatto ricorso le società costruttrici, ritenendo che al tempo in cui si svolsero i fatti “le leggi in materia di confisca in Italia non erano chiare e quindi non permettevano di prevedere l'eventuale sanzione”, ha rilevato da parte dello Stato italiano una violazione dell'art. 7 della Convenzione dei diritti dell'uomo, poiché, non può essere inflitta una pena se non prevista dalla legge. 
Inoltre, i giudici di Strasburgo hanno constatato una violazione del diritto di proprietà privata, costituendo la confisca illegale una lesione al diritto dei ricorrenti di beneficiare della loro proprietà.
Al momento, il risarcimento definito è di 40.000 euro, di cui 10.000 per danni morali e 30.000 per le spese giudiziarie, ma la Corte ha invitato il Governo italiano a trovare un accordo con le società ricorrenti, che hanno richiesto indennizzi ben più sostanziosi.....
E te credo........
Mi auguro che qualsiasi cifra sia stabilita la Corte dei Conti faccia il suo dovere e faccia pagare quelle somme a chi ha concesso quelle autorizzazioni e concessioni.


3 commenti:

Paola ha detto...

Come al solito rimango basita!!!
Beh... siamo in Italia...
Luciano sei di una gentilezza squisita grazie dei complimenti...
dolce notte e buon weekend...un abbraccio forte forte e bacioni

Luciano ha detto...

Eh si Paola siamo in Italia ma a pagare siamo sempre noi in ogni caso.
Di nulla ... anche a Te.

Viviana ha detto...

Si mi ricordo bene, allora abitavo a Parigi e le immagini arrivarono pure li. Che dire della faccenda se non VERGOGNAAAAAA!
Buona serata e buona vita
Viviana