giovedì 22 gennaio 2009

Una partita a scacchi senza fine.


Una partita a scacchi
da vincere
contro il potere

8 commenti:

Angelo azzurro ha detto...

Mmmm...difficile sfida!

Anonimo ha detto...

Mi permetto di dissentire. In una partita a scacchi entrambi i contendenti partono nelle stesse condizioni. In una partita a scacchi si gioca secondo delle regole. In una partita a scacchi gli avversari si rispettano.
Qui non c'è più nulla di tutto questo. Cosa può il popolo allora? Beh...Francia 1789, India 1945, Cuba 1953. Cosa può il popolo allora? Combattere.
Combattere per la pace? Si. Perchè per raggiungere la pace bisogna prima percorrere delle tappe intermedie (volenti o nolenti, in un mondo ideale non sarebbe così, ma questo mondo non è utopico). Tappe fatte di sudore, privazioni, dolore, umiliazioni e coraggio...tanto coraggio.
"Perchè il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione" (E. Burke)

Gianna ha detto...

Quoto unforg

Luciano ha detto...

Anche nel vivere civile ci sono nel mondo delle regole da seguire ma che nessuno rispetta. La partita a scacchi è solo una dimostrazione come anche nel caso della pace e della guerra ognuna delle parti attende la mossa lenta dell'avversario. Una partita anomala che vede da una parte il popolo e dall'altra il potere che ha facoltà di fermare il gioco quando e come vuole (e ha facoltà di usare bombe quando gli piace e pare)! La partita a scacchi rappresentata in questo post dimostra che quando c'è di mezzo il potere non servono regole.
Spero di esseree più chiaro per l'amico Unforgiven82.
E non servono regole se la partita non si vuole mai finire (per esempio con il disarmo). Questo il significato di questa immagine da me predisposta. Vi è un potere che non vuole porre fine alle guerre. Spero di essere stato più chiaro del perchè la scelta di queste immagini in una. Il potere non ha mai rispettato nessuno per questo questa partita a scacchi è anomala.
Da una parte c'è chi sceglie la guerra per interessi economici dall'altra parte c'è il popolo che vuole solo la pace ma non riesce ad imporre la propria volontà.
Quindi caro amico Unforgiven82 del tuo commento condivido solo che il popolo deve combattere per la pace! Non per niente con questa immagine si dice no alle bombe! Un'immagine che dimostra chiaramente che in questo gioco una delle parti non rispetta le regole!! E questa parte non è il popolo ma il potere.

Rosalba ha detto...

beh dipende dall'azione... se azione è quella di Ghandi, di Luther King sono perfettamente d'accordo. Ma se l'azione richiama gli anni bui di un Italia recente dissento fortemente; e non solo per l'italia ma anche per qualsiasi parte del mondo. Ho negli occhi l'immagine di Torregiani sulla sedia a rotelle da 30 anni. Mi preferisco vittima piutosto che portare il peso di altre infelicità

Anonimo ha detto...

Ok Luciano, ora ho preso meglio il senso del tuo intervento. Sai cosa? Parlavo di queste cose con un'amica e mi ha lasciato letteralmente basito. Sentirsi rispondere "si ma chi se ne frega? Dobbiamo pensare ai problemi dell'Italia, del resto non mi frega niente"...beh ti lascia una sensazione...come dire...parecchio amara.
Rosy ci sono vari modi di portare avanti una protesta. Io non condivido assolutamente il terrorismo. Le bombe tra i civili sono una cosa da vigliacchi. Come hai detto tu è solo accumulare dolore su dolore. Lottare per un ideale è altro. E' distinguere, in primis, tra bene e male. "Di fronte a tutti i pericoli, di fronte a tutte le minacce, le aggressioni, i blocchi, i sabotaggi, tutti i frazionisti, tutti i poteri che cercano di frenarci, dobbiamo dimostrare, una volta di più, la capacità del popolo di costruire la propria storia". Lo diceva il "Comandante"...ed io ci credo a questa frase, con ogni cellula del mio corpo io ci credo.

Rosalba ha detto...

Unforgiven il Comadante era il "comandante". Ha sacrificato la sua vita in nome di un ideale... ma il sacrificio della vita a volte serve a poco se non a creare miti, serve di più il macinare lento e inosorabile che a volte sfianca anche i potenti, Nelson Mandela, Ghandi e tanti altri ce lo insegnano.

Anonimo ha detto...

Rosy dipende tutto da che tipo di persona sei. C'è chi è più portato a quello che dici tu e chi, invece, nasce per correre veloce. Io appartengo alla seconda categoria (anche se a volte mi piacerebbe non farne parte) e la vita la vedo un pò tutta così, compresi gli atti di lotta.