martedì 5 maggio 2009

La Storia di Otranto.

Otranto

nella sua storia millenaria ha sempre risentito della sua proiezione ad Oriente. La citta' rappresenta il lembo piu' ad est d'Italia.

Le origini

Gli scavi effettuati nella città dei martiri hanno consentito di rilevare la presenza di ceramica ad impasto associata a vasi micenei in un periodo compreso tra l'eta' del bronzo recente a quella del bronzo finale (XIII - XI secolo A.C.). La citta' quindi conserva una delle piu' precoci testimonianze di rapporti con le popolazioni dell'area egea. Tracce di insediamenti in questo periodo sono state rinvenute in via Faccolli, in prossimita' della chiesetta bizantina di San Pietro, in via delle Torri, nell'insenatura del porto, zone relativamente distanti che lasciano pensare ad uno sviluppo piu' esteso rispetto al periodo medievale. La citta' e' stata l'approdo di importanti centri messapici come Muro e Vaste.

Otranto Romana

Nel 151 A.C. la citta' (Hydruntum) diventera' municipio romano e a lungo contese a Brindisi il ruolo di porto principale verso la Grecia. Tra le testimonianze piu' importanti dell'epoca romana ritroviamo le due basi marmoree con epigrafe latine che ricordano gli imperatori M. Aurelio Antonino e L. Aurelio Vero (II secolo D.C.).

Nel 162 D.C. Otranto ottenne di battere moneta propria. La citta' conosce un consolidamento della religione cristiana favorita sia dagli intensi contatti tra Roma e Costantinopoli che trovano in Otranto un importante raccordo sia dalla presenza di una rilevante comunita' ebraica. Tale comunita', dedita al commercio, rimarra' sempre particolarmente numerosa tanto che documenti dell'epoca medievale ne attestano una consistenza numerica pari a 500 unita'.

Otranto Bizantina

Una realta' cosi' cristianizzata viene testimoniata anche dal racconto di San Paolino di Bordeaux vescovo di Nola che in un carme evochera' il viaggio ad Oriente di un pellegrino eccellente Niceta di Remesiana imbarcato ad Otranto ove trovo' una grande comunita' monastica con schiere di vergini frati e suore, che inneggera' al passaggio del santo evangelizzatore dei Balcani.

Le comunita' monastiche evocate da San Paolino erano attestate nelle numerose cellette che ancora oggi si aprono sulle pareti rocciose della valle delle memorie. Con la divisione dell'Impero Romano in Occidente ed Oriente, Costantinopoli insediera' ad Otranto i suoi funzionari ed il ruolo della citta' crescera' al punto che Japigia, Messapia, Salento e Calabria prenderanno il nome di Terra d'Otranto.

L'arteria viaria Taranto, Oria, Lecce, Otranto esclude Brindisi ed il suo porto dai traffici con l'Oriente. Questo nuovo asse fa di Otranto il caposaldo delle dominazioni bizantine in Italia meridionale.

La citta’ fu dotata di un’eccezionale cinta fortificata ritmata. Nel IX e X secolo tutto il meridione dovette convivere con le incursioni saracene provenienti dall’Africa. Nell’838 D.C. Brindisi fu presa dai berberi e i suoi abitanti in parte furono uccisi ed in parte furono fatti schiavi e portati nel Nord Africa.

Nell’840 tocco’ a Taranto. I saraceni si insediarono nella citta’ e vi rimasero per decenni. Stessa sorte toccò a Bari e ad alla Sicilia. Solo Otranto era nelle condizioni militari e difensive di resistere agli attacchi. Le sue poderose mura, infatti, avevano retto bene ai vari assalti. Per Bisanzio la Terra d’Otranto veniva considerata una zona di estrema periferia dell’Occidente Imperiale. Solo Otranto rimaneva un fiore all’occhiello del militarismo bizantino.

Nel periodo a cavallo dell’anno mille l’impero viveva un periodo di decadenza, ma paradossalmente questo fu il momento ove le citta’ meglio godettero della cultura Bizantina sia sul piano civile, che culturale, giuridico e religioso. Otranto rimaneva il centro di irradiazione di questa cultura e tale fu per secoli. Nel secolo IX D.C. ha inizio la seconda dominazione Bizantina che vede Otranto nel periodo di massimo prestigio.

Difatti l’imperatore Niceforo Foca la volle metropoli con cinque suffraganee (Acerenza, Tursi, Gravina, Matera e Tricarico). In questo periodo nelle chiese e’ in uso il rito greco e nel X secolo D.C. viene eretta la chiesa di san Pietro con l’altare rivolto ad Oriente. Alla fine dell’XI secolo D.C. nasce fuori della citta’ l’abbazia di San Nicola di Casole, che diverra’ il piu’ ricco monastero dell’Italia meridionale. Dalla sua ricchissima biblioteca uscirono molti testi che attestavano il profondo legame con l’Oriente.

La parentesi Normanna

Sul finire dell’XI secolo i Bizantini abbandonarono la Puglia ed Otranto a favore dei Normanni. Nel 1088 viene consacrata la maestosa cattedrale che nel secolo successivo il monaco greco Pantaleone ornera’ con un grandioso mosaico pavimentale sintesi geniale della tradizione culturale occidentale ed orientale.

Il sacco di Otranto

Nel XV secolo ha luogo l’avvenimento piu’ drammatico della storia di Otranto.

I turchi che gia’ nell’845 avevano occupato Otranto poi liberata nel 867 da Ludovico II ne ripeterono il tentativo, ma senza successo, nel 918, 924 e 928. Nel 1480 con una flotta comandata da Acmet Pascia’ si ripresentarono minacciosi alle soglie della città riuscendo finalmente ad occuparla.

Le mire espansionistiche di Maometto II che gia’ avevano provocato la fine di Costantinopoli e del suo Impero vedevano in Otranto e nel Salento il primo caposaldo da cui insediare gli Stati Cristiani d’Europa. Il 28 luglio 1480 circa 150 imbarcazioni sbarcarono nella zona dei laghi Alimini (poi denominata Baia dei Turchi) e circa 18.000 soldati si diressero verso la citta’. Gia’ il giorno dopo fecero razzie nel borgo e nei casali.

L’11 agosto dopo un’eroica resistenza l’artiglieria turca apri un varco tra le mura e l’esercito dilagò all'interno della città. Furono commesse razzie di ogni genere e l’arcivescovo della citta’ Stefano Agricoli che incitava alla fede e alla morte fu ucciso all'interno della cattedrale.

Il 12 agosto 1480 circa 800 Otrantini capeggiati da Antonio Pezzulla, detto il Primaldo, rifiutarono la conversione all’Islam. Furono legati, e condotti con una macabra processione al Colle della Minerva. Qui furono decapitati davanti agli sguardi sgomenti di mogli, padri, figli e parenti tutti. Il primo ad essere giustiziato fu proprio Primaldo. Quel colle oggi viene chiamato Colle dei Martiri.

Dopo un lungo tergiversare da parte degli Angioini nel 1481 finalmente si organizzo’ un consistente assedio che sfocio’ il 23 agosto dello stesso anno ad un violento attacco ed il 10 settembre alla resa finale dell'occupante turco. La citta’ rimase completamente distrutta e deserta cosi’ pure il monastero di San Nicola di Casole.

Quel che resto’ dei corpi degli 800 martiri che erano rimasti ancora sul Colle della Minerva furono presi dei cittadini e portati nella citta’. Oggi i loro resti, sono conservati nella Cattedrale della citta’ contenuti in tre grandi armadi e visibili grazie alla presenza di vetrate. Un'altra parte dei resti e’ conservata nella chiesa di Santa Caterina a Napoli.

Per maggiori Info sugli 800 Martiri di Otranto clicca qui

La lenta ripresa della città dopo l'occupazione turca

Negli anni a seguire la cinta muraria fu ricostruita seguendo moderni criteri difensivi. Anche il Castello fu rivisitato nella sua struttura. Qui particolarmente significativa fu l’aggiunta apportata dagli Angioini di una struttura a punta di diamante che si sviluppa verso il mare e che aveva lo scopo di dare una maggiore protezione alla citta’.

Otranto tento' di riprendersi dall’evento puntando soprattutto ai traffici ed ai commerci che passavano per il porto. I turchi tentano nuovi assalti nel 1535, 1537, 1614 e 1644 ma la citta’ riuscira’ sempre a resistere.

Otranto, per la sua posizione geografica, attirava le mire di molti conquistatori. Infatti, dopo essere stata ripresa nel 1481 dagli Aragonesi, restò in loro mani per breve tempo: dal 1496 al 1504 passa a Venezia quindi nuovamente agli Angioini. Quindi fu occupata dai francesi ma la costante minaccia dei turchi impedì alla città di risorgere all'antico splendore e così la sua importanza andò sempre diminuendo, mentre buona parte della popolazione migrava verso luoghi più accoglienti.

Maria Corti

Ci piace chiudere questo breve escursus sulla storia millennaria di Otranto riportando una breve citazione di Maria Corti ripresa da un suo celebre libro su Otranto:

""C’era vento nelle strade e vuoto invernale quando rividi la Signora … aveva natura di gran dama decaduta dalla memoria implacabile. Senza più guardarla infilai il vicolo del Cenobio basiliano, camminai lungo il castello appena restaurato, lungo il porto fino al rudere della torre del serpe, dove c’era un altro tipo di silenzio, assoluto, dilatato all’infinito, da terra lunare.""

*** Fonte: Otranto Point ***

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