lunedì 12 novembre 2012

Roba da matti. Ora l'accesso telematico al casellario giudiziario anche per i gestori dei servizi pubblici?


Circa due anni fa avevo inviato una e.mail al Ministro della Giustizia e al Presidente della Corte di Cassazione per denunciare un fatto da molti sottovalutato: un diritto negato per i cittadini.
Ovvero l'impossibilità per il cittadino di avere accesso telematico con un codice proprio alle notizie che lo riguardano  in materia di  casellario giudiziario e procedimenti civili, tributari e penali (una eccezione sono i procedimenti amministrativi dove l'accesso on line, conoscendo il numero del procedimento, è consentito, come dovrebbe essere, a chiunque da ultimo anche alcuni uffici dei Giudici di Pace si sono adeguati) e l'impossibilità per il cittadino di verificare sempre on line l'operato del proprio legale.
Un esempio? La regolare presenza alle udienze. Ed inoltre perché sono numerosi i casi in cui avvocati senza scrupoli vengono radiati dall'albo (In una recente sentenza della Cassazione a Sezioni Unite, la 18701/12, avverso la sentenza di condanna del Consiglio Nazionale Forense, la Corte ha ritenuto congruo irrogare la sanzione disciplinare della radiazione nei confronti di un legale colpevole di aver sottratto dalla Cancelleria di Tribunale un atto giudiziario alterandone il contenuto qui la Fonte) mentre altri dicono vere e proprie menzogne ai propri clienti e sono arrivati anche ad elaborare da soli le sentenze e/o fare copia e incolla dei tanti di timbri della P.A..
Denunciavo, quindi, la mancanza di trasparenza e l'inerzia da parte della P.A. nei confronti dei cittadini che, invece, hanno il diritto di avere accesso alle banche dati e perlomeno ai dati e informazioni che li riguardano. E, nel caso di specie, ancor di più e ancor prima del proprio legale.
Denunciavo, quindi, ciò che a loro era certamente noto ma  che era da ritenersi inaccettabile. Infatti, alcune pseudo società o soggetti private/i  facevano e fanno tuttora "commercio" con le decisioni  dei vari giudici di merito e di legittimità chiedendo, ai singoli o gruppi o società, somme di denaro o la richiesta di abbonamenti per avere accesso alle decisioni, ovvero, su ciò che doveva e dovrebbe essere pubblico e/o riservato in primis ai singoli cittadini.
Cosi come accade finanche per le Gazzette Ufficiali.
Cioè le leggi dello Stato Italiano inserite nelle pubblicazioni che dovrebbero essere il pane quotidiano dei cittadini e per le quali fino al 31.12.12 è previsto il pagamento  per la singola copia o per l'abbonamento. Tutto assurdo. 
Ora quest'ultimo problema verrà risolto dal 1.1.13. Le gazzette ufficiali infatti saranno rese tutte pubbliche e "libere".
Quello che non mando proprio giù oggi è che il Garante della privacy non, quindi, il legislatore, ha dato l'ok allo schema di decreto dirigenziale con cui il Ministero della Giustizia vorrebbe consentire l'accesso telematico al casellario giudiziario alle pubbliche amministrazioni e addirittura ai soggetti che gestiscono servizi pubblici come Enel, Italgas, Poste italiane e persino Trenitalia.
Nulla da dire per la consultazione del casellario da parte delle pubbliche amministrazioni (spero non tutte) ma per quanto riguarda i gestori dei pubblici servizi credo si sia arrivati alla pazzia pura specie quando l'accesso a quei dati non viene concesso on line ai diretti interessati.

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