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mercoledì 3 gennaio 2024

Mercato libero e penali per il recesso anticipato.

 

Prima il mercato libero, che libero non è visto che siamo obbligati a trovarci una compagnia energetica, ora un nuovo problema per i cittadini italiani che hanno già scelto il contratto a prezzo fisso.

Eh sì perché ora chi vuole disdire il contratto a prezzo fisso prima della scadenza è costretto a pagare i c.d. oneri ovvero una penale per cambiare operatore.

Viva la libertà.

Per fortuna che questo non riguarda chi sceglie il prezzo variabile.

Io sono sempre stato favorevole per il mercato tutelato che tutela in un certo qual modo tutti gli utenti ma ora saremo costretti, volente o nolente, a passare al mercato libero costringendoci a subire tutte le prepotenze delle compagnie.

Non tarderemo a riscontrare milioni e milioni di contenziosi.

Un ulteriore movimento tellurico si prevede poi sulla testa dei cittadini atteso che sarà aumentata anche l’iva sulle bollette energetiche.

Insomma si salvi chi può.

Io dico la mia.

giovedì 21 dicembre 2023

Otranto estate 2024. Si prevede una stagione estiva calda.

 


I turisti ed i salentini che hanno intenzione di venire o tornare questa estate ad Otranto per godere del mare Otrantino devono valutare, forse, di venire direttamente con lo yacht. Niente più aerei treni o auto. Con lo yacht per poi prendere il largo.

Si prevede, infatti, una stagione estiva molto calda e problematica, per molteplici ragioni, sia per i turisti sia per gli imprenditori locali che per alcuni lavoratori stagionali.

Infatti l’Ufficio Circondariale Marittimo di Otranto, viste anche le Ordinanze del Comune di Otranto di “divieto di transito e sosta” su alcuni costoni rocciosi e non, e richiamando le sue precedenti prescrizioni, con l’Ordinanza 14.12.2023 n. 69, ha individuato potenziali pericoli per la pubblica incolumità derivanti da possibili fenomeni di erosione costiera e dissesto idrogeologico rendendo noto “che, tenuto conto del livello di pericolosità geomorfologica secondo il PAI citato in premessa, il litorale di giurisdizione dei comune di Otranto (LE) é stato suddiviso in zone, denominate seguendo  l’ordine  alfabetico (ad esempio Zona A Zona B ecc..) come di seguito meglio specificato. Gli specchi acquei prospicenti le aree predette, e meglio individuati nelle unite tabelle, potrebbero essere interessati da fenomeni di movimenti franosi” ed ha comunicato, pertanto, la INTERDIZIONE di AREE A MARE PER FENOMENI FRANOSI NEL COMUNE DI OTRANTO nelle quali è vietata la navigazione, la sosta e l’ancoraggio di tutte le unità navali in genere nonché la balneazione, la pesca professionale e/o sportiva con qualunque tecnica nonché l’espletamento di qualsiasi attività subacquea e di superficie connessa agli usi del mare.

A rimanere indenni, da questa Ordinanza sarebbero, quindi, solo le spiagge degli Alimini ove sussiste l’ulteriore problema dei parcheggi.

Per maggiori informazioni si rimanda alla lettura dell’Ordinanza (qui) che riguarda, sostanzialmente, molti tratti di costa e di spiaggia, d’estate, molto affollati.

































mercoledì 20 dicembre 2023

Nuovo femminicidio nel Veneto


 

Il comunemente detto femminicidio non si ferma.

E non saranno certo le leggi o le manifestazioni a fermare questo tipo di reato.

A farne le spese, nelle ultime ore, una donna Veneta finanche incinta.

L’assassino un kosovaro anche lui, come tanti altri uomini, si è rivelato peggio di una bestia.

Cosa porta gli uomini a questo?

Forse è sulle cause di queste continue tragedie che bisognerebbe lavorare.

Non servono leggi e per queste persone anche le manifestazioni si rivelano inutili.

venerdì 15 dicembre 2023

Finalmente qualcosa si muove anche in Italia è la prima volta del suicidio assistito con il SSN. E' morta la donna triestina che aveva chiesto il suicidio assistito.


La donna Triestina di 55 anni affetta da sclerosi multipla secondariamente progressiva, ha ottenuto, finalmente, quello che voleva.


Aveva dichiarato di accedere al suicidio assistito ed è stata accontentata.

Ha esaudito il suo desiderio il 28 novembre u.s. a casa sua, a Trieste, a seguito dell'autosomministrazione di un farmaco letale.


A renderlo noto l'associazione Luca Coscioni.


E' la prima italiana ad aver completato la procedura prevista dalla Consulta con la sentenza Cappato, e lo ha fatto con l'assistenza diretta del Servizio Sanitario Nazionale.


Mentre è la terza persona seguita dall’associazione ad accedere alla morte volontaria assistita in Italia, la quinta ad aver avuto il via libera.


venerdì 10 giugno 2022

Addio raccomandate? In arrivo la piattaforma notifiche digitali (PND)

Chi ama la tecnlogia sarà felice.

Infatti il DCPM (decreto Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento Trasformazione digitale) del’8 febbraio 2022, n. 58, in G.U. n. 130 del 6 giugno ultimo scorso (in vigore dal prossimo 21 giugno) contiene tutte le regole di funzionamento della nuova piattaforma denominata PND ed individua le relative modalità di adesione e accesso per le pubbliche amministrazioni e per i destinatari, la messa a disposizione di avvisi di cortesia e l’accesso ai fini della consultazione di tutti i documenti informatici oggetto di notificazione.

Non deve disperare chi invece non ama la tecnologia. 

Quest'ultimi potranno delegare altri soggetti ad accedere per proprio conto alla piattaforma per reperire, consultare ed acquisire atti, provvedimenti, avvisi e comunicazioni.

Non è richiesto, pare, il requisito della identità digitale. L’adesione alla piattaforma è prevista su base volontaria, sia per le amministrazioni che per i destinatari degli atti. 

Nella sostanza riceveremo avvisi della raccomandata sullo smartphone.

La piattaforma notifiche digitali sostituirebbe la c.d. buca delle lettere.

In tal modo cittadini ed imprese avranno accesso, in qualsiasi momento del giorno ed anche a distanza, al proprio cassetto di notifiche.

Individuato l'atto lo si può scaricare e conservare anche  informaticamente e se si tratta di richiesta di pagamento quest'ultimo lo si può pagare on line.

giovedì 23 aprile 2020

Ho un'idea per un progetto ma... intanto lo scrivo qui. Avvio dell'autovettura anche con la patente di guida è solo un sogno?





Avete mai immaginato nella vostra vita di far partire la Vostra auto inserendo oltre alla chiave elettronica (con il c.d. CODE) anche la patente del “conducente” con microchip e relativo PIN ?



Io si l'ho pensato proprio oggi al risveglio.
Il mio desiderio sarebbe quello di realizzare una nuova centralina (non forzabile o manomettibile) costituita da una sorta di piccolo software con tastiera o piccolo touch screen che consenta l’accensione dell’autovettura con l’inserimento, oltre che della normale chiave (CODE), della patente di guida ovviamente dotata di microchip (e relativo PIN e PUK).
Il sistema software dopo l’inserimento in un apposito lettore della patente di guida o in alternativa di una tessera plastificata (tipo badge da consegnare ad altro soggetto) dovrebbe identificare e memorizzare appunto i dati della patente di guida e/o del badge sostituivo che solo il proprietario può avere tramite memorizzazione dello stesso nel software.
Solo la corretta digitalizzazione, sulla tastiera, del codice numerico di sicurezza (PIN e PUK) consente l’avvio del motore.
Io credo che tutto ciò potrebbe garantire una doppia sicurezza al proprietario dell’autovettura il quale per partire con la propria autovettura potrebbe, in caso di perdita della chiave o viceversa della patente (sostituibile anche con altra carta), inserire una sorta di PUK segreto.
La nuova centralina potrebbe essere sfruttata in futuro per tanti altri servizi anche tramite collegamenti internet.
Potrebbe essere utile alle assicurazioni ma anche alle Forze dell’Ordine.
Potrebbe essere utile, per esempio, anche al proprietario e/o alle aziende per sapere chi era l’effettivo conducente in un determinato periodo di tempo.
Chi mi aiuta a realizzare tutto ciò?


martedì 6 marzo 2018

Il mio punto di vista sul risultato elettorale.


A questo punto, visto il risultato elettorale, credo che per poter formare un Governo in Italia ci sia bisogno di una legge semplice semplice... cosi sintetizzata.

Vuoi creare un nuovo partitino da 0% e 3% ? 

Bene a questo punto devi scegliere o ti allei con la coalizione del centro destra o con quella del centro sinistra.
Una delle due avrà certamente la maggioranza.

E se le tue idee nell'ambito della coalizione vengono premiate dagli elettori (vedi Lega) prendi il comando della stessa colazione altrimenti rimani l'ultima ruota del carro.

Non vi è altro modo per avere una chiara maggioranza nel parlamento italiano.

Gli italiani sono stanchi... e di questo passo scapperanno tutti.

Ora ci toccherà assistere ad una nuova compravendita di parlamentari?

domenica 6 agosto 2017

C'è chi è Turista e chi fa il turista.



C’è chi è Turista e chi fa il turista.


C'è il turista facoltoso e quello che si adatta (anche in un garage).
C’è il turista che scappa dalla città e quello che si muove per un po’ di pace e benessere.

C’è il turista da mare e quello del mare.


C’è il turista al quale piace l’affollamento.

C’è il Turista.

C’è il turista delle passeggiate, escursioni, cultura, istruzione.
C'è il turista della movida.

C’è il turista occasionale e quello di passaggio.
C’è il turista del panino e della pizza e c’è il Turista.
C’è il turista della prima volta.


C’è il turista ostile e quello che si sente ospite.
Il turismo non ha età.
Il Turista sceglie il posto e il periodo per fare il Turista.
Sono compatibili queste tipologie di turismo nello stesso luogo, stesso posto e stesso ambiente? Sono compatibili queste categorie di turisti tutte insieme?
E noi quale tipo di turismo ospitiamo?
Abbiamo gli spazi le strutture ed i luoghi idonei per soddisfare tutte queste categorie di turismo e Turismo? Forse si o forse non ancora.


Il pensiero di Benjamin Franklin è sempre attuale:
"Ogni cosa al suo posto e un posto per ogni cosa"

mercoledì 19 luglio 2017

Modificato l'art. 114 della nostra Costituzione all'insaputa di tutti.



Nessuno se n'è accorto o tutti fanno finta di nulla.

E' stato modificato, di fatto, l'art. 114 della nostra Costituzione?

Il nuovo testo è stato cosi modificato:
La Repubblica è costituita da una grande torta a forma di stivale e da due altre piccole torte che amministratori, impiegati e imprenditori, senza scrupoli, possono tranquillamente mangiare di giorno e di notte a loro piacimento.
La Repubblica è circondata, inoltre, da tantissimi altri cittadini, residenti nei Comuni, nelle Province, nelle Città metropolitane e nelle Regioni, che restano lontani dalla Repubblica e a guardare come i primi si mangiano la grande torta suddivisa ormai in tanti piccoli o grandi settori a seconda degli interessi.
La Repubblica resterà in vita fino a quando non resterà l'ultima fetta di torta. Solo quando arriverà quel momento (non mancherà molto) ci si accorgerà che la festa e la mangiatoia è finita.
Subito dopo sarà dichiarata la fine della Repubblica Italiana.


Il vecchio testo recitava cosi:
La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato.
I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione.
Roma è la capitale della Repubblica. la legge dello Stato disciplina il suo ordinamento.




lunedì 17 luglio 2017

Pensiero del giorno.


Pensiero del giorno.
Anche il Comune di Lecce si appresta (ormai) a collocare ben 10 autovelox (tangenziale est e superstrada per Brindisi).
Ma la notizia non è questa.
La notizia è che per il "noleggio" di questi strumenti il Comune di Lecce dovrà sborsare, in base ad un bando di gara, una somma vicina a 1.800.000,00 euro l’anno (iva esclusa).
Il mio (umile e modesto) pensiero è che il Comune di Lecce (come tutti gli altri), anzichè spendere tutte quelle somme in favore di questi (inutili) strumenti elettronici e di un unico imprenditore potrebbe assumere e collocare sulle strade almeno 80-100 vigili !
Tornare, quindi, alla cultura del normale fermo del veicolo e del controllo quindi ai normali posti di blocco ... alla penna e al blocchetto.
Ma quale sicurezza stradale può offrire l'autovelox se poi la multa arriva a casa del proprietario (e non dell'effettivo conducente) dopo giorni e giorni dalla presunta infrazione?
Bisogna punire severamente solo chi sbaglia.
E questo può avvenire solo con la contestazione immediata.
Basta con questi (inutili) strumenti ameno fino a quando non inventeranno un autovelox in grado di "fermare" chi non è nello stato psico-fisico di guidare un veicolo o di "fermare" (prima che sia troppo tardi) un veicolo in condizioni NON idonee per circolare.
Poveri noi.

mercoledì 8 marzo 2017

8 Marzo la Festa delle Donne.

A tutte Voi ...
e a Te donna .... che leggi
che hai la forza
la pazienza
la passione
e le palle più degli uomini...

Auguri 1


domenica 26 febbraio 2017

Antonio Attianese, Ranger, padre e marito. Usato e poi abbandonato dallo Stato.

Oggi mi va di condividere questa storia.
Questa è una storia che non può cadere nell’oblio del silenzio, né essere dimenticata.
E’ la storia di un Soldato dell’Esercito italiano, un Operatore delle forze per Operazioni Speciali, un “Operatore Ranger” del glorioso 4° Reggimento Alpini Paracadutisti “RANGER”, proprio quel Reparto che nei giorni scorsi ha operato senza risparmio di risorse in Abruzzo per aiutare la popolazione civile in difficoltà.
Un Operatore Ranger inquadrato nel Plotone Ricognizione, ovvero l’elité del Reparto.
Un Soldato con alle spalle una preparazione ed una esperienza invidiabile.
 
Un ragazzo forte, nel fiore dei propri anni e con tanta voglia di vivere la sua vita e la sua splendida famiglia.
Un soldato che oggi lotta per vincere la battaglia più grande della sua vita contro due nemici inaspettati e ognuno, a proprio modo, cinico e spietato. Il primo nemico è la sua malattia.
Il secondo nemico è quella stessa Istituzione che ha sempre servito e difeso con onore. Oggi cercheremo di raccontare a gran voce la sua storia.
Il soldato si sa, deve essere sempre pronto a sacrificarsi per combattere e Antonio Attianese, ex militare facente parte del 4° RGT ALPINI PARACADUTISTI “RANGER”, seppure  al momento menomato e indebolito nel fisico, risulta essere ancora un guerriero.
Non possiamo che condividere con il lettore lo sconcerto che la sua storia ha diffuso nei nostri animi, uno sconcerto che ci ha lasciati nettamente senza parole.
Tali sentimenti di alienazione sono vissuti anche da tutti i suoi colleghi ancora in servizio che hanno vissuto tutta la storia di Antonio.
Oggi Antonio lotta ancora, sicuramente in forma diversa da quella che si potrebbe immaginare per un militare, ma lo fa con la stessa forza di volontà con il quale ha intrapreso la sua carriera, diventando uno dei primi Soldati italiani ad essersi qualificato “Ranger” dell’Esercito Italiano.
Ma partiamo dal principio.
Dopo due missioni in Afghanistan una nel 2002 denominata ISAF (International Security Assistance Force) da maggio a settembre, e la seconda nel 2003 Enduring Freedom da febbraio a maggio, inizia a riscontrare delle problematiche fisiche.
Antonio si accorge che l’urina è mista a del sangue.
Siamo nel Gennaio del 2004, da lì a breve inizierà il Campionato Sciistico Truppe Alpine(Ca.S.T.A.).
Attianese vuole partecipare, ma durante le consuete visite mediche non viene ritenuto idoneo proprio per il problema delle urine miste al sangue.
Decide di fare una visita più approfondita. Durante un esame gli viene riscontrato un tumore alla vescica, e da qui inizia il calvario del giovane soldato.
Viene operato più volte, perché ogni 3 mesi circa il “diavolo” si ripresenta, portandolo poi nel tempo alla perdita completa della vescica e costringendolo a far uso di una sacca per contenere l’urina.
Per due anni tutte le spese vengono affrontate con le proprie risorse finanziarie, non sapendo che una circolare, la 65/84 avrebbe potuto aiutarlo.
L’Istituzione d’appartenenza avrebbe dovuto avvisarlo della presenza di una legge finalizzata ad assistere ragazzi con patologie gravi, quindi supervisionare il tutto. Ma in realtà oltre a non aver eseguito l’obbligo di legge di supportare il ragazzo nei bisogni che la stessa legge comprendeva, la medesima Istituzione cerca anche di negargliela osteggiandolo.
Per intenderci, ad esempio la circolare comprende pure il risarcimento delle spese effettuate di vitto e alloggio del parente che accompagna l’assistito. Per due anni l’Istituzione fa orecchio da mercante costringendo Attianese a curarsi per conto proprio.
Venuto a conoscenza grazie ad un ex Maresciallo in pensione della presenza di questa legge, decide di usufruirne e si rivolge all’Ufficio Amministrazione del proprio Reparto per esercitare tale proprio diritto. L’amministrazione richiede le ricevute delle visite, ma giustamente non sapendo della presenza di questa legge, il militare non le ha conservate.
In compenso ha 11 cartelle cliniche che attestano la sua patologia e tutti gli interventi che ha dovuto subire (ad oggi più di 90 cartelle cliniche).
L’amministrazione risponde picche, ma Antonio non si dà per vinto e pretende l’attuazione della legge.
Viene chiamato a rapporto nell’ufficio da tre ufficiali, cosa alquanto inusuale, e in quella riunione i tre superiori si mostrano ostili ad Attianese.
Iniziano a minacciare il soldato, affermando che nel caso non avesse desistito a tali sue richieste, dato che con il suo comportamento avrebbe portato scredito al reparto di appartenenza, gli si sarebbe creato un cerchio di fuoco attorno.
Il problema è che il nostro “Ranger” allertato dalla situazione non convenzionale e da vari precedenti segnali non proprio incoraggianti registra tutta la conversazione. Forse difronte alla tenacia e alla inamovibilità di Attianese – forte anche delle registrazioni -nella speranza di abbonirlo i tre Ufficiali decisero di mettersi all’opera al fine di fargli recuperare perlomeno le spese vive sostenute fino a quel momento.
Questo per inquadrare l’atmosfera vissuta da Attianese appena saputo di avere un tumore maligno. La vita operativa per un militare che ama il suo lavoro è un qualcosa che sostiene e supporta la mente ancor prima del fisico.
Per un Soldato operativo, e ancor più per un Ranger, vedere i propri compagni partire mentre si è costretti ad una scrivania per colpa di quel “demonio”, diventa una sofferenza non facile da capire se non la si è provata sulla propria pelle.
E’ una sofferenza talmente sentita e profonda che si trascurano anche le cure necessarie e vitali, pur di poter stare al fianco dei propri compagni. Ma il male e le sofferenze fisiche iniziano ad essere veramente insostenibili anche per Antonio. Il nostro Ranger decide di chiedere il trasferimento vicino casa per dedicarsi e concentrarsi sulle cure e, vincendo e superando ogni ostacolo burocratico e ogni procedura standard inerente ai trasferimenti, nel giro di due mesi, inaspettatamente, Attianese viene spedito verso casa.
Naturalmente nell’immediato Attianese fa domanda di causa di servizio, ed è in questo momento che i problemi raddoppiano.
Dopo due pareri negativi, infinite lotte legali intercorse con le Istituzioni militari, enormi somme spese in avvocati e indicibili patimenti psicologici, Attianese riesce finalmente ad ottenere la causa di servizio.
La ottiene in un modo diverso dal normale, anche perché il TAR dopo 10 anni ancora non si è espresso sui ricorsi fatti dal soldato quando subì i pareri negativi.
Per capirne le modalità bisogna tornare indietro di qualche anno, ovvero a quando gli tolsero la vescica e le condizioni fisiche e mentali di Antonio ebbero un calo decisamente pesante.
Confidandosi con il suo vecchio amico e collega Carlo Chiariglione, veniva dallo stesso consigliato e assistito per e nella compilazione di una lettera di denuncia da inviare ad ogni figura politica italiana, ad ogni Comando o ente militare, ad ogni  Procura italiana, infine ad ogni giornalista e testata giornalistica della carta stampata, della televisione e del web.
Lettera era stata spedita da Attianese al mondo intero con la speranza che qualcuno prendesse in considerazione il suo caso e lo aiutasse anche solo umanamente.
Il primo a rispondere fu il Capo di Gabinetto del Ministero della Difesa e subito dopo il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito. Pungendo la testa si smuove anche la coda, infatti così facendo viene preso in considerazione il caso, quindi, viene contattato dal Tribunale Militare di Roma. Attianese col proprio avvocato si presenta in tribunale. Nel fascicolo in mano al Tribunale è inserita la relazione di una nota Dott.ssa di Modena esperta di nano particelle. La dottoressa aveva analizzato il primo carcinoma vescicale del “Ranger” su richiesta e a spese dello stesso.
Dall’analisi venne fuori che il motivo per il quale i tumori continuano a tornare era da attribuire a un metallo pesante, il tungsteno, presente sul munizionamento utilizzato dai militari, Attianese compreso, anche durante le missioni sostenute dall’Italia in Afghanistan nel 2002 e nel 2003.
Il tribunale disse al militare che quel fascicolo nato dalla lettera inviata alle varie Istituzioni civili e militari era ormai diventata una denuncia.
Solo in seguito a tale vicenda legale al militare fu riconosciuta la causa di servizio.
Naturalmente durante le indagini vennero richiesti i rapporti informativi relativi al militare, ovvero una sorta di stato di servizio dove al suo interno vi sono scritte tutte le attività fatta di militari, ovvero ogni possibile contatto con materiali cangerogeni.
Purtroppo questi rapporti importantissimi e capaci di accelerare i tempi della burocrazia al fine di far decretare la causa di servizio nei confronti di Attianese, stentano ad arrivare, anche a causa di comportamenti ambigui e ostativi perpetrati dalle stesse persone che avrebbero dovuto supportare e sostenere tali iter in favore di Attianese.
A questo punto è doverosa una considerazione.
E’ moralmente sostenibile un Paese in cui un militare con una patologia grave e riconosciuta, per veder riconosciuti i propri diritti, debba subire minacce ed isolamento, debba essere costretto a registrare le conversazione per tutelarsi, infine, debba scrivere una lettera ad ogni forma di autorità istituzionale e militare, al solo fine di ricevere attenzione?
Questa attenzione doveva essere già sua dal momento in cui i propri superiori vennero a conoscenza della problematica del ragazzo. Invece è stato abbandonato a se stesso, isolato e ostacolato.
C’è da dire che se il militare non avesse avuto la brillante idea di scrivere una lettera, oggi starebbe ancora aspettando la causa di servizio perché dopo 10 anni il TAR non si è ancora espresso in merito. Forse in tale negativo contesto, per fortuna scongiurato, il malessere psicologico che avrebbe dovuto vivere Antonio lo avrebbe indubbiamente indebolito anche nel fisico, esponendolo ad ogni ulteriore nefasta sorte. Ma andiamo avanti.
Come si evince da tutte le documentazioni prodotte da Attianese, il legame tra il tumore, le missioni e le attività operative vissute dallo stesso, era assolutamente chiaro e indiscutibile.
Purtroppo questa chiarezza mancava proprio alle Istituzioni. Ad esempio.
Durante le missioni furono svolti continui e sostanziosi poligoni con ogni munizionamento possibile. In tali poligoni o in zone limitrofe venivano fatti anche brillamento enormi quantità di ordigni inesplosi.
I poligoni però erano adiacenti alla base, perciò tutte le polveri createsi durante tali attività “esplodenti” invadevano inevitabilmente l’area degli accampamenti dei nostri soldati. Queste polveri, come si evince dalle relazioni medico legali prodotte, sono più che probabile causa delle patologie di Attianese. L’esposizione a polveri cariche di metalli pesanti come il Tungsteno sono una delle causa dell’insorgenza di carcinomi come quelli vissuti dal nostro “Ranger”.
Oltretutto la legge prevede che, se ti ammali per causa del datore di lavoro, si possano chiedere i danni, oltre a tutto il resto che spetta in base alle leggi già menzionate precedentemente.
E’ qui che viene da chiedersi se fosse questo il motivo per il quale chi di dovere abbia assunto atteggiamenti di ostilità nei confronti del soldato e della rispettiva richiesta di riconoscimento della causa di servizio.
Oltretutto vorremo capire quale criterio viene utilizzato nella valutazione delle cause di servizio, visto che, come si evince dalla stessa lettera di Attianese, cito testuali parole:” tutta questa sofferenza è resa ancor più insopportabile dal fatto che ho in mano carte ufficiali che attestano che un’ Ufficiale Generale dell’Esercito Italiano con la mia identica patologia e iter medico/burocratico, si è visto riconosciuta la causa di servizio dallo stesso ente che a me l’ha negata“.
Oltre al danno anche la beffa.
Attianese viene riformato da militare a civile, perché ha raggiunto due anni su cinque di convalescenza, nessuno però gli fa sapere che prima del termine dei due anni deve essere valutato dal CMO per l’idoneità per ruolo civile, pena l’esser riformato senza stipendio.
Per fortuna lo scopre in tempo e riceve l’idoneità civile.
Rimane in aspettativa per due anni, rientra, ma lo stato di salute si aggrava maggiormente e alla fine al militare viene concessa la pensione. Ma si sa, in Italia la pensione la devi sudare, anche quando ti spetta per cause di forza maggiore.
Le legge non dovrebbe essere interpretata e nascosta come puntualmente hanno fatto in questa storia, tanto meno si dovrebbe cercare di negare il diritto a una categoria pensionistica piuttosto che ad un ‘altra come successo per Attianese.
Al Soldato, infatti, gli fu assegnata durante la valutazione della CMO la seconda categoria pensionistica quando in realtà in base alla legge gli spettava la prima per “malattia in stato di evoluzione”. In base alla tabella di classificazione delle infermità (tabella E) il soldato doveva essere classificato con una infermità superiore ricevendo anche la super invalidità che al suo interno comprende una serie di altre assistenze.
Sono questi i tagli che i nostri governi fanno per risparmiare denaro?
Togliere le cause di servizio o le pensioni d’invalidità che spetterebbero per legge?
Credo che Attianese come altri né avrebbe fatto volentieri a meno.
La legge va applicata e non nascosta, non va interpretata ma attuata.
Per concludere.
La patologia del carcinoma vescicale è una malattia che colpisce persone con età avanzata e non certo un ragazzo così giovane.
Già questo dovrebbe dare il senso della sofferenza vissuta da Antonio.
Ora, è possibile che un militare che ha difeso le istituzioni si trovi ad essere lasciato solo dalle stesse?
Cosa potrebbero pensare tutti i militari ancora in servizio e impegnati quotidianamente nelle missioni di “pace” sparse nel mondo, quindi esposti a possibili malattie, se venissero a sapere che i loro vertici tenderebbero a ostacolare ogni futuro militare che si venisse a trovare nelle medesime condizioni di Attianese?
Ma Antonio Attianese, pur dopo tutto quanto sopra enunciato, rimane pur sempre un soldato professionista, un Ranger, arruolatosi per passione rispettoso dei propri ideali e dei propri valori.
Antonio infatti così risponde ad alcune domande. Cosa pensi oggi dell’Esercito Italiano?
Io non rinnego ciò che ho fatto e lo rifarei, ma sicuramente con molta più attenzione”.
Consiglieresti ad un ragazzo d’intraprendere la carriera militare?
Si perché no, ma lo metterei al corrente dei rischi. Indubbiamente questo avvertire con lealtà i soldati circa i possibili pericoli inerenti il proprio lavoro, compresi quelli legati alle malattie, sarebbe compito delle istituzioni. Come anche far sapere che esistono leggi che tutelano i militari affetti da patologie gravi. Dovrebbero mettere davanti ai giovani ragazzi che voglio intraprendere tale carriera tutte le nozioni necessarie per poter scegliere il loro futuro con piena coscienza. Essere informati fa la differenza”.
La voce di Antonio risuona di passione e amarezza mentre risponde alle domande.
Sarebbe ora di dire la verità, perché più di 300 militari sono morti e più di 4000 sono affetti da patologie causate dall’esposizione alle nano particelle, senza contare quelli che sono morti in passato che non conoscevano le cause della loro malattia. Queste vite pesano sulla coscienza di chi continua a mentire, di chi, in nome di una carriera, continua fregarsene della vita dei soldati italiani che con onore si sacrificano per un alto ideale come quello di servire il Paese.
Non è una carriera fulmine o i gradi sulle spalle a fare un UOMO, ma la sua coscienza e di conseguenza i propri comportamenti. Vogliamo giustizia per Antonio Attianese e tutti i militari nelle sue stesse condizioni. Fino a quando dei militari saranno costretti a combattere guerre al di fuori del servizio e senza l’appoggio e la tutela delle Istituzioni noi continueremo a parlarne.
Seguiremo la sua e le altre storie da vicino e continueremo a far sapere l’evolversi della lotta burocratica che anche da civili stanno affrontando. Volentieri e con leale passione daremo voce a qualsiasi militare che voglia far conoscere la propria storia.
Riponiamo la fiducia nella coscienza dell’essere umano, sperando che questa non continui ad essere sopraffatta dal morboso raggiungimento di un grado più alto o il continuo mantenimento di una poltrona di potere.
Antonio Attianese conobbe il primo carcinoma all’età di 25 anni, nel fiore degli anni. Ora ha 38 anni, una moglie amorevole, due figli splendidi. Una splendida e unita famiglia che ha dovuto convivere e sopravvivere a subito 34 interventi e 90 ricoveri.
Vi ricordate Antonio nelle prime foto?
 Antonio Attianese  sulla copertina della rivista militare spagnola “Raids”.
Dal 2004 ad oggi Antonio lotta ancora per avere diritti che gli organi competenti continuano a negare nascondendosi dietro la burocrazia, in un Paese dove le scartoffie diventano il nascondiglio dell’inadempienza e dell’omertà.
Di tale situazione sono stati informati tutti i membri delle Commissioni Difesa del Senato e del Parlamento, il Ministro della Difesa, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, ma ad oggi nessuno ha contattato Antonio per capire la sia condizione legale e umana.
In fondo all’articolo, oltre agli allegati confermanti quanto sopra descritto, per chi volesse capire di cosa si sia parlato e di quale patimenti mentali e fisici abbia dovuto affrontare Antonio, sono state inserite delle foto. Sono stati anche inseriti alcuni riferimenti delle personalità istituzionali ai quali è stata presentata la problematica vissuta da Antonio.
In bocca a lupo Antonio noi siamo con te.