sabato 20 dicembre 2008

L'obsoleto scontrino illustre sconosciuto.


Secondo l'associazione contribuenti è in questo periodo che ci sarebbe un record nella mancata emissione dello scontrino.
Io in verità non ho riscontrato e riscontro questo dato dalle mie parti.
Ed in effetti secondo i dati dell'associazione, i commercianti che tendono a non emettere lo scontrino fiscale, riguardano Napoli con il 74% dei commercianti che non emette lo scontrino fiscale.
Ma io non criminalizzerei Napoli ma quanti sostengono che la più alta evasione viene fatta al sud. Infatti, la seconda città inserità nella lista nera è guarda caso la "carissima" Venezia con il 72% dei commercianti che non emetterebbero lo scontrino.
Venezia è seguita da Milano con il 71%, Verona con il 68%, Genova con il 67%, Roma con il 65%, Palermo con il 63%, Bari con il 62%, Torino con il 60% e chiude Campobasso con il 53%.
L'associazione, evidenzia, che sono molti i cittadini ed i turisti che all'atto del pagamento si ritrovano tra le mani "scontrini di prova" anziche' scontrini fiscali. Un esempio che è capitato anche a me in quel di Roma dove in una pizzeria al taglio mi è stato rilasciato lo scontrino della bilancia con il costo ma non invece quello fiscale.
Cosa dice la Lega in merito ai dati diffusi dall'associazione?
Quando (dico io), si cambierà questo sistema antiquato di far pagare regolarmente le tasse a tutti?
Per quanto riguarda i commercianti per esempio sarebbe sufficiente prevedere la possibilità di caricare e scaricare in rete (on line) qualsiasi prodotto che entra ed esce nella e dalla propria azienda. Si potrebbe attuare in via graduale e per settori.
Faccio un esempio: dal momento che io fabbrico una penna questa deve essere subito catalogata e messe in rete "per legge" in modo da essere tracciabile on line, da parte di chi di dovere, nel momento del bisogno, sino alla vendita definitiva al consumatore.
Si eliminerebbe tanta di quella carta e perdita di tempo. I risultati sarebbero consultatibili da chi di dovere on line senza scocciature (visite della G.d.f.) per i commercianti. Non vi sarebbe nessuna possibilità di barare, di tenere e comprare a nero e vendere a nero. Pena il rischio di dover spiegare la provenienza del materiale giacente in magazzino.
Mi pare si siano fatte troppe chiacchere sino adesso in materia.
Faccio un altro esempio anche con gli alimentari.
Se io produco un prosciutto a questo si deve obbligare la tracciabilità sopratutto in caso di emergenza alimentare nazionale o europea o mondiale. Ciò visto che l'emergenza si scopre quando la gente muore e non prima che i prodotti escono dall'azienda.
E non si può dire, ne è accettabile, come si dice in caso di emergenza alimentare (intesa come prodotti avvelenati) "in Italia siamo tranquilli"; "nessun rischio per l'Italia".
Per poi rimangiarsi le parole dopo qualche ora dopo aver scoperto che in Italia vi sono prodotti avvelenati ovunque anzi vi erano perchè la gente li ha già consumati.
Io dico la mia.

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