giovedì 28 maggio 2009

Le pajare e loro recupero

Tipicità Salentine

Per "pajara" o "specchia" viene identificata una struttura edilizia elementare di tipo rurale, realizzata in pietra a secco senza altro materiale che non fosse la pietra cavata dalla stessa terra.
A differenza dell'edilizia convenzionale che utilizza materiali diversi e per ogni materiale un processo specifico di produzione che va dall'estrazione della materia prima al trasporto, trasformazione e applicazione e non ultimo lo smaltimento degli stessi a fine ciclo vitale, implicando in cio' un utilizzo rilevante di energia ed un alto impatto ambientale, nel processo produttivo delle pajare i tre luoghi di produzione, trasformazione e applicazione coincidono e i materiali edilizi sono ridotti ad uno solo la pietra.
I processi di estrazione, trasporto, trasformazione si riducono alla raccolta della pietra, recupero di materiale inerte che costituiva danno e ingombro e che non era utilizzabile altrimenti, determinando un recupero dell'area di lavoro per la miglioria del fondo.

Quindi le paiare oltre ad avere una forte connessione con le caratteristiche del suolo in cui l'uso del materiale avveniva senza mediazioni, in un rapporto diretto con l'ambiente, hanno rappresentato e rappresentano un modello costruttivo ad alta valenza ecologica in cui l'apporto energetico è minimo, quello dell'uomo, e l'impatto ambientale è zero.
Questa tipologia edilizia rispetta appieno i canoni previsti dalla bioedilizia. Nella maggior parte dei casi si tratta di autocostruzioni con funzione di ricovero di animali ed attrezzi, posizionate al confine di proprieta' o su pamnchine rocciose (chianche) per ridurre l'occupazione di suolo coltivabile.
I manufatti quasi sempre hanno un solo vano quadrato, rara la pianta circolare se non per vani di dimensioni ridotte. La forma utilizzata e' solitamente quella a torre tronco - conica o tronco - piramidale terrazzata e fiancheggiata da un cumulo anulare.
Rampe di scale permettono la salita sull'estradosso della copertura trattata con pietrisco, schegge di pietra e completata con terra battuta (bolo) quest'ultima con funzione di protezione da infiltrazioni d'acqua piovana e dal riscaldamento dal periodo estivo.

Il vano di accesso è coperto da un architrave in pietra sormontato da due blocchi a contrasto che formano un triangolo di scarico. queste strutture edilizie rappresentano l'elemento caratterizzante, insieme con i muretti a secco e gli alberi di ulivo, del paesaggio salentino. Sono un patrimonio storico-ambientale da tutelare e salvaguardare.
Oggi l'interesse per questi manufatti e' alto, purtroppo molti interventi di recpero hanno stravolto l'identità degli stessi con l'utilizzo di materiali impropri. Negli interventi di recupero - ristrutturazione vanno adottati i principi della bioarchitettura con l'utilizzo della tecnica cuci e scuci, l'uso di materiali prorpi del luogo come bolo, pietrame, coccio pesto.
Per il rifacimento interno dell'intonaco o del pavimento si puo' intervenire con unimpasto di paglia e bolo oppure con l'uso di calce idraulica naturale cotta a legna e stagionata almeno sei mesi impastata con bolo o cocciopesto. Lo stesso procedimento può essere adopreato per il rifacimento della finitura dell'estradosso (tivola).
Per quanto riguarda l'arredamento e gli infissi, nella parte interna vanno utilizzate come piccole credenze, le nicchie presenti, l'arredo deve rapprsentare l'essenziale con l'utilizzo di pietra e legno massello recuperato, e se nuovo, di provenienza nazionale.

Gli elementi di arredo vanno realizzati con la tecnica dell'incastro senza l'uso di colle viniliche e senza parti metalliche. Anche per gli infissi va usato legno recuperato o nazionale. Sia il legno che lapietra vanno trattati con olio e cera naturali. Per la dipintura della parte intonacata va usata solo latte di calce cotta a legna e stagionata almeno sei mesi con eventuale aggiunta di terre per ottenere effetti colorati tipo pastello.
Solo con l'utilizzo di materiali naturali e l'applicazione dei principi della bioedilizia si puo' garantire una risposta adeguata alla tipologia costruttiva delle pajare, rispettando quegli elementi che erano alla base dei stessi manufatti, integrazione con il territorio e l'ambiente in modo tale che i materiali utilizzati alla fine del loro ciclo vitale possano ritornare nel sistema produttivo senza minimamente incidere sull'impatto ambientale.

3 commenti:

Pupottina ha detto...

ottimo post!!!
;-)

lella ha detto...

Molto bella e particolare;
tutto kiaro!Ma il costo?
Mi costerebbe meno ke una villetta su un unico livello vista mare,magari con piscina e patio coperto?
Lella

Angelo azzurro ha detto...

Che dici, non sarebbe male tornare a vivere nele pajare! Impatto ambientale zero e materiale da costruzione facilmente reperibile in natura, meglio di così...
Ciao